“Il mio legame con il club è indissolubile” Del Piero manda un messaggio in vista della sfida con il Torino.
Del Piero, l’ex capitano leggendario della Juventus, ha recentemente festeggiato il suo 50° compleanno e ha colto l’occasione per riflettere sulla sua straordinaria carriera durante un’intervista con il narratore Federico Buffa e il direttore di Sky Sport Federico Ferri nel format “Federico Buffa Talks.” Del Piero ha condiviso aneddoti sulle sue esperienze passate, il suo legame indissolubile con la Juventus e le sue riflessioni sul futuro del club.
A proposito di un possibile ritorno alla Juventus, Del Piero ha espresso una forte convinzione sull’importanza di coinvolgere le leggende del club nelle sue operazioni: “Credo che una persona, o più persone della storia di un club, dovrebbero essere presenti e ricoprire ruoli all’interno dell’organizzazione. Il legame che ho con la Juve, così come con tutti quelli che hanno partecipato al mio percorso con il club, resta bello come allora. Non lo macchierei mai con nulla, se dovessi assumere un ruolo in questa organizzazione.”
Del Piero ha ricordato il periodo difficile trascorso alla Juventus nel 2006, quando il club fu retrocesso in Serie B. Ha raccontato: “Quando siamo stati retrocessi in Serie B, ci siamo trovati in un campionato completamente diverso da quello a cui eravamo abituati. È stato un momento drammatico per la Juve. C’era tanto odio nei nostri confronti; eravamo i capri espiatori che dovevano soffrire in campo. Pensavo a come solo un mese e mezzo prima ero a Berlino a sollevare la Coppa del Mondo. Nonostante tutto, mi sentivo tranquillo perché essere in Serie B era una mia scelta. È stato drammatico non solo per come ci vedevano, ma anche per ciò che pensavano di noi.”
Ha riconosciuto le difficoltà affrontate dalla squadra in quel periodo: “Ho giocato accanto a compagni straordinari in Serie B. È stato un momento di ricostruzione per la Juve; avevamo lacune nella rosa e ci siamo trovati con una penalizzazione di -17 punti. Per ogni squadra che affrontavamo, era la partita della vita; non ci si poteva permettere di sorridere tanto.”