FINALEMENTE: L’Inter Milano vince sulle false accuse degli Ultras e respinge la richiesta di sospensione… Tutto grazie a Giuseppe Moratto..
L’Inter ha preso una posizione decisa in risposta all’indagine in corso sui possibili legami tra gruppi ultras e la criminalità organizzata. Il club, che non è direttamente indagato e si considera una vittima nella vicenda, ha fermamente respinto la possibilità di essere posto sotto amministrazione esterna.
Come riportato da Calciomercato, in una mossa proattiva, l’Inter aveva già presentato un memorandum difensivo alla Procura il 30 aprile, a seguito degli avvertimenti delle autorità sul rischio di infiltrazioni criminali nei gruppi di tifosi organizzati. Il club sostiene di aver sempre agito “in conformità con la legge, in costante collegamento con le autorità competenti.”
Uno dei punti chiave sottolineati dall’Inter è la loro comunicazione trasparente con le forze dell’ordine, in particolare con la Digos (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali). Il club afferma che ogni interazione con i gruppi ultras e le decisioni riguardanti le concessioni sono sempre state effettuate con piena trasparenza verso la Digos, spesso attraverso molteplici comunicazioni giornaliere che possono essere verificate tramite email certificate.
Un caso specifico evidenziato dall’Inter riguarda l’assegnazione dei biglietti per la finale di Champions League 2023 a Istanbul contro il Manchester City. Il club dichiara che la Digos era stata informata della decisione di assegnare ulteriori 200 biglietti al gruppo di tifosi della Curva Nord. In totale, la Curva Nord aveva accesso a circa 1.500 biglietti per la finale, una decisione presa dopo consultazioni con le forze dell’ordine.
L’Inter sottolinea inoltre di non aver mai fornito biglietti gratuiti o scontati ai gruppi ultras. Inoltre, il club si dissocia da qualsiasi coinvolgimento con venditori ambulanti o merchandising con il logo della Curva Nord.
Per quanto riguarda la questione controversa della gestione dei parcheggi, l’Inter precisa che, dopo aver appreso del legame familiare di Caminiti con un boss della ‘Ndrangheta di nome Papandrea, hanno immediatamente interrotto il rapporto con la società Kiss&Fly.